La pensava così lo scrittore italiano Italo Calvino!
Mentre mi preparo a scrivere l’articolo del blog, per parlavi delle straordinarie possibilità di utilizzo del gioco con gli adulti e in ambito professionale, mi risuonano interiormente queste sue parole: “il divertimento è una cosa seria”.
Subito collego questo pensiero alle mie emozioni, ancora vive, relative ad alcune giornate di formazione che ho animato e condiviso, nel mese di giugno, con uno splendido gruppo di lavoratrici e imprenditrici nel settore dell’infanzia. Insieme, ci siamo confrontati e abbiamo co-creato idee per accrescere la sicurezza e il benessere all’interno dell’organizzazione. E lo abbiamo fatto, per l’intero tempo a nostra disposizione, giocando e divertendoci con leggerezza!
Si, proprio così, hai letto bene, giocando insieme!
Il gioco è un bisogno umano fondamentale che possiamo nutrire a qualsiasi età e in qualunque luogo. Ha accompagnato la storia dell’umanità assumendo funzioni diverse nel tempo. Attraverso il gioco è possibile fare conoscenza dell’altro, sviluppare competenze e stimolare la crescita individuale e collettiva. “Siamo progettati per trovare soddisfazione e crescita creativa nel gioco”, dichiara Stuart Brown, medico e ricercatore nel campo del gioco.
È, ormai, documentato in letteratura che il gioco applicato ai contesti lavorativi produce socialità, migliora l’engagement di partecipanti a sessioni di formazione, aiuta a “fare gruppo”, genera motivazione, porta affiatamento e coesione, incentiva la creatività, diverte.
Perciò, quando ho pensato e progettato il corso, avevo chiaro nella mia mente di voler rompere gli abituali schemi di trattazione frontale di queste tematiche e volevo anche accantonare l’idea di utilizzare le classiche slide per introdurre gli argomenti. Più di ogni altra cosa, desideravo favorire il pieno coinvolgimento delle partecipanti al corso, anche agevolare il loro libero movimento nell’ambiente piuttosto che tenerle vincolate alle sedie per diverse ore. E volevo sostenere la circolarità della parola e lo scambio di esperienze.
Per realizzare questi intenti ho così adottato il mio approccio relazionale e la Facilitazione LudicaTM. Avvalendomi di appropriati tools e di un tabellone da tavolo che per l’occasione ho auto-prodotto, abbiamo trascorso tre giornate alla ricerca di “parole-chiave” che orientano il nostro agire in sicurezza durante il lavoro.
Il bilancio conclusivo è che ci si è divertiti tanto e “seriamente”, acquisendo comprensione sui contenuti teorici del programma – con ricadute immediate positive e con maggiore forza proprio grazie al gioco (!) –, e sviluppando consapevolezza su come organizzare al meglio le attività e mantenere relazioni aperte e collaborative.
Ancora una volta, nella mia esperienza di facilitatore, faccio tesoro che utilizzare il gioco per accompagnare processi educativi-formativi e creare le condizioni per una comunicazione autentica ed empatica sono gli strumenti più potenti che conosco per aiutare le persone a rafforzare lo “stare insieme” in gruppo, rilanciando con vitalità e unità la propria missione nella società e nel mondo.
Foto di Liz Sanchez-Vegas su Unsplash